Danimarca, “via il carbone in 10 anni”

04/11/2014

La Danimarca sta pensando di chiudere con il carbone entro il 2025. L’annuncio è arrivato nei giorni scorsi dal ministro danese per il Clima e l’Energia Helveg Petersen, anche se il piano per l’abbandono di questo combustibile fossile non è ancora stato svelato formalmente. Nel frattempo anche il governo tedesco, che rischia di sforare l’obiettivo 2020 sulle emissioni di gas serra, esterna la sua volontà di accelerare la riduzione della sua dipendenza da questa fonte pessima per clima e salute: si parla dispegnere centrali a carbone per 10 GW di potenza.

La Danimarca attualmente conta sul carbone per circa il 20% della sua domanda di energia primaria e per il 35% del suo fabbisogno elettrico. Per questo, nonostante le ambiziose politiche per il clima che hanno portato a ridurre i gas serra del 25% rispetto ai livelli del 1990, i danesi hanno ancora emissioni pro-capite superiori alla media europea.

Se confermasse la volontà di chiudere con questa fonte sporca già entro il 2025, il paese scandinavo farebbe un grosso passo in avanti verso l’obiettivo che si è dato:abbandonare completamente le fossili (anche per riscaldamento e trasporti) entro il 2050. Oltre a rendere più energeticamente indipendente la nazione nord europea, che importa la gran parte del carbone che utilizza – 6 milioni di tonnellate l’anno – dalla Russia.

La legge danese sull’obiettivo 2050 approvata quasi all’unanimità (171 favorevoli su 179) nel 2012 prevede che per il 2020 raggiunga una quota del 35% di rinnovabili sul fabbisogno energetico totale. Per lo stesso anno le emissioni di gas serra dovranno essere ridotte del 34% rispetto ai livelli del 1990, mentre i consumi di energia caleranno del 12% rispetto ai livelli del 2006 e la domanda di fonti fossili verrà tagliata di un terzo

Brutte notizie per il carbone, come dicevamo, arrivano anche dalla Germania, dove questa fonte ha guadagnato spazio a seguito della politica di abbandono del nucleare e della crisi degli impianti a gas. Il Paese rischia di mancare l’obiettivo UE 2020 sulla CO2. Anche per questo il direttore generale del ministero dell’Economia e dell’Energia, Rainer Baake, ha annunciato alla stampa che il governo tedesco sta valutando di ridurre più in fretta il peso di questa fonte, che attualmente incide per circa il 45% del mix elettrico tedesco.

Già a ottobre Der Spiegel aveva riportato che l’esecutivo intenderebbe eliminare 10 GW di potenza da carbone; grosso modo si tratterebbe di chiudere una ventina di centrali. La scelta, ha sottolineato Baake, non è ancora stata fatta: il governo di Angela Merkel dovrebbe discuterne oggi, ma per la decisione finale bisognerà aspettare.

La Germania, che attualmente è al 25% di rinnovabili sulla domanda elettrica, punta ad arrivare al 40-45% entro il 2025 e al 55-60% entro il 2035. Quest’anno, per la prima volta, grazie all’efficienza energetica e alle rinnovabili le emissioni del Paese dovrebbero scendere, ma con il progressivo spegnimento di tutte le centrali nucleari (entro il 2022) ridurre l’uso delle fossili almeno in questi primi anni sarà molto difficile.

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